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Gli stili regolamentari, cioè sui quali si disputano le competizioni agonistiche, sono quattro:

1. il crawl, meglio noto come stile libero.

Si nuota sul petto con un movimento circolare continuo e alternato delle braccia, una battuta di gambe alternata e continua e respirando di lato, generalmente ogni tre bracciate.

È la tecnica più efficace oggi conosciuta, che permette di raggiungere la maggiore velocità, quindi se siete inseguiti da uno squalo vi conviene certamente nuotare a crawl;

 

2. il dorso si nuota come il crawl, ma sul dorso.

È uno stile più lento in quanto la minore escursione dell’articolazione della spalla verso dietro costringe ad eseguire bracciate meno profonde, ma che non ha il problema della respirazione.

Quindi, se dopo essere sfuggiti allo squalo di sopra, avete necessità di rifiatare, questa è la tecnica che fa per voi;

 

3. la rana si nuota sul petto, con un movimento simultaneo delle braccia che portano le mani dal petto in avanti seguito da un movimento simultaneo delle gambe con i piedi che spingono verso l’esterno-dietro.

La respirazione è frontale, con la testa che si alza sull’acqua e conseguentemente fa affondare le gambe, con un grande aumento della resistenza frontale.

Per questa ragione è lo stile più lento ma più versatile, essendo l’unico che permette di nuotare sott’acqua. Se fuggendo dallo squalo avete perso l’orologio, è con questa tecnica che potrete andarlo a cercare sul fondo;

 

4. la farfalla è uno stile sostanzialmente inutile nella vita di tutti i giorni (se non per fare bella figura in piscina o al mare), e nasce come diversificazione della rana ad opera di un nuotatore giapponese, Jiro Nagasawa, nella prima metà degli anni Cinquanta.

Prevede una bracciata circolare continua e simultanea accompagnata da due colpi di gambe simultanei.

È uno stile molto faticoso, che richiede di essere nuotato a frequenze e intensità elevate ed è quindi riservato ai nuotatori esperti. Un appello: si chiama farfalla, non delfino.

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