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Le differenze fondamentali che caratterizzano l’attività e il movimento nell’acqua possono essere sintetizzate nel modo seguente:

l’assetto e la posizione del corpo immerso nell’acqua non sono più regolati dalla forza di gravità ma dalla legge di Archimede;

l’equilibrio, verticale in gran parte delle attività terrestri, diventa orizzontale nel nuoto;

la respirazione, libera nella quasi totalità delle attività sportive, risulta, nell’acqua, obbligatoria e regolata dalla tecnica di avanzamento prescelta;

il controllo e la corretta esecuzione degli schemi motori sono notevolmente più complessi nel nuoto in quanto la sensibilità propriocettività, cui si lega la capacità di analisi ed elaborazione dei movimenti è molto più sviluppata rispetto agli stimoli terrestri e quotidiani che non rispetto agli stimoli provenienti dal contatto con acqua;

la resistenza opposta dall’acqua all’avanzamento, suddivisibile in una resistenza passiva legata allo spostamento del corpo immerso e in una resistenza attiva legata al movimento degli arti nell’acqua, è notevolmente superiore a quella offerta dall’aria e cresce proporzionalmente alla velocità;

si definisce Drag passivo (Dp) la resistenza che il corpo del nuotatore incontra nell’avanzamento seguente al tuffo e alla virata. Il Drag attivo (Da) esprime la resistenza che il corpo del nuotatore offre in acqua mentre nuota;

altri tipi di resistenza sono: la resistenza d’onda (l’energia spesa per la formazione di onde), la resistenza di scia (relativa a risucchioe vortici), la resistenza delle appendici (tutto quello che sporge dal corpo del nuotatore) e la resistenza dell’aria (poco influente);

la velocità di avanzamento dipende da R=Sv^2K, dove la resistenza [R] dipende dalla superficie trasversa del corpo [S], dalla velocità del corpo al quadrato [v^2] e da [K], che è il coefficiente di attrito del corpo;

l’avanzamento per “reazione”, dopo aver spinto l’acqua nella direzione opposta al moto (terza legge della dinamica);

la spinta che riceve il nuotatore è F=m x a (seconda legge della dinamica);
la spinta aumenta quando si incrementano i due fattori:

– la massa d’acqua coinvolta nella spinta;

– la sua accelerazione;

in virtù di queste particolari caratteristiche del nuoto, l’acquisizione di una tecnica e di uno stile corretti sono, dunque, straordinariamente importanti e condizionano criticamente l’efficienza e il rendimento di un nuotatore o di un triatleta;

le notevoli difficoltà, tipiche di questa disciplina, rendono peraltro difficile il raggiungimento di un livello tecnico ottimale per coloro che non imparano a nuotare e non si esercitano in modo continuativo a livello giovanile.

La pratica del nuoto in forma agonistica o preagonistica fino ai 14-15 anni rappresenta un viatico fondamentale se non indispensabile alla costruzione del triatleta di elite.

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