PREPARAZIONE ATLETICA
PREVENIRE LE LESIONI
Ci siamo le gare sono ripartite….
In questo momento bisogna portare l’attenzione al carico di lavoro, dato il carico di ore di allenamento, è vero che siamo stati bloccati per un lungo periodo, ma al momento non bisogna nemmeno esagerare per non incorrere in infortuni.
Esiste un forte dibattito riguardo il fatto che sia meglio praticare stretching prima o dopo l’allenamento e su come ci si debba riscaldare prima di un allenamento o di una gara.
Molteplici studi suggeriscono che lo stretching prima dell’esercizio fisico non porti ad alcun miglioramento della prestazione anzi, che possa addirittura avere effetti dannosi sulla prestazione stessa. “Effettivamente qualcosa di vero c’è”.
Prima di giungere a conclusioni affrettate, è bene contestualizzare ogni cosa esaminando la situazione individuale di ognuno.
Teniamo in considerazione che una buona postura si verifica quando i muscoli che circondano una o più articolazioni son ben bilanciati. Per “buon bilanciamento muscolare” si intende quando i muscoli sono al loro allungamento e tensione ottimali. Contrariamente, uno sbilanciamento muscolare si verifica quando un muscolo o un articolazione è rigido, mentre il muscolo opposto (antagonista) è lungo e potenzialmente debole. In questa situazione l’articolazione, perdendo il corretto asse di rotazione, potrebbe usurarsi aumentando la possibilità di lesioni durante l’attività fisica.
Sicuramente nessuno di voi vorrà allenarsi o gareggiare con muscoli rigidi, e dunque uno scarso bilanciamento muscolare.
A fronte di quanto è stato detto, nelle fasi di rieducazione, condizionamento correttivo o condizionamento organico del piano di allenamento, si usano mobilizzazioni e allungamenti per allungare i muscoli contratti, rigidi e facilitati. Si tratta solitamente di muscoli tonici, ma poiché ogni individuo è differente occorre verificarlo con dei test specifici.
Si consiglia un CHECK eseguito da un professionista qualificato e laureato.
Questi esercizi di mobilizzazione e allungamento pre-allenamento permetteranno ai muscoli di raggiungere un maggiore range di movimento e ai loro antagonisti di rafforzarsi lungo un arco di movimento migliore, senza il rischio di essere inibiti.
Quando l’allenamento diviene più intenso raggiungendo intensità di forza, potenza o velocità massime di allenamento, questo tipo di stretching può risultare dannoso. Se un muscolo viene allungato oltre il proprio normale range di movimento, o troppo a lungo, gli impulsi nervosi che lo stimolano possono ridursi provocando una perdita della forza muscolare.
E’ bene eseguire esercizi di stretching e riscaldamento pre-allenamento prima di esercizi di forza massima, movimenti rapidi e gare.
Preparando il sistema neuromuscolare, cardiovascolare e respiratorio, sarete pronti a dare il meglio di voi riducendo contemporaneamente il rischio di infortuni.
Diviene quindi necessario analizzare i tipi di movimento che eseguite nella vostra disciplina, utilizzando esercizi di riscaldamento che li imitino il più possibile. Quando vi riscaldate vi suggerisco di iniziare lentamente, aumentando gradualmente la velocità fino a raggiungerne una simile a quella necessaria nella vostra pratica. Verso la fine del riscaldamento dovete sentirvi leggermente sudati, senza però aver sprecato eccessive energie.
Se siete in una fase di allenamento ed effettuate movimenti rapidi, dovreste comunque continuare a eseguire mobilizzazioni e allungamenti correttivi, con l’unica differenza che il momento di esecuzione sarà al termine dell’allenamento. Questo aiuterà a rimuovere dai muscoli gli scarti del metabolismo. Prove empiriche suggeriscono che lo stretching post-allenamento riduce l’infiammazione dei muscoli.
Per migliorare le prestazioni occorre allenare il corpo ad andare oltre le proprie attuali possibilità. Per riuscirci, è bene capire il principio SAID (principio di adattamento a specifiche richieste). Ovvero se volte divenire più forti, dovete sollevare carichi più pesanti di quello che fate ora, o che se volete aumentare la resistenza dovete correre più a lungo di quanto non facciate adesso. Questo risultato si ottiene allenandosi duramente, spingendosi oltre il livello raggiunto fino a quel momento e dunque consentendo al corpo di adattarsi a uno stress ulteriore.
Tuttavia, questo è attuabile solo se l’organismo dispone delle risorse adeguate che rendono possibile l’allenamento:
- riposo e sonno sufficienti;
- minimo stress (fisico, mentale e emotivo);
- condizione ormonale adeguata;
- statuto nutrizionale adeguato.
Se queste condizioni vengono soddisfatte, l’affaticamento dell’allenamento porterà a un adattamento dei tessuti e al miglioramento delle prestazioni.
Alcuni dei sintomi di un eccessivo allevamento possono essere:
- frequenza cardiaca a riposo di cinque battiti superiore o inferiore alla norma;
- diminuzione del peso corporeo di un 3 %;
- perdita di appetito;
- scarsa qualità del sonno;
- affaticamento prolungato;
- infiammazione muscolare o ossea;
- scarsa motivazione.
VEDIAMO UNA BUONA SEQUENZA DI ESERCIZI DI MOBILIZZAZIONE E ALLUNGAEMENTO